 La storia di San Zenone ha inizio nel II secolo dopo Cristo, a circa 40 chilometri a nord del mar Morto e più precisamente a Filadelfia d’Arabia, l’attuale Amman, capitale della Giordania, un tempo sotto il dominio dell’impero romano e bizantino conquistata dal re egiziano Tolomeo II Filadelfo, da cui il nome Philadelphia. Secondo gli “Acta Martyrum”, genere letterario che spesso tratta narrazioni leggendarie sul periodo dei primi secoli dell’età cristiana, ma che pur sempre sono carichi di preziosi documenti storici di vita. Zenone in questa terra sperduta ebbe i natali di nobile famiglia pagana, fece parte della milizia divenendo soldato e conseguendo alti gradi. Intanto di sua iniziativa volle liberare tutti i suoi servi, solo il giovane servo Zena, non volle lasciare la casa del suo padrone rimanendogli fedele fino al martirio. in quel periodo l’impero romano era sotto il dominio dell’imperatore Diocleziano; generale era Massimiano il quale facendo visita in Arabia, ordinò a tutti i suoi sudditi di adorare gli dei pagani. Zenone si rifiutò gli ordini impartiti dal generale, invitandolo piuttosto a onorare e lodare il vero e unico Dio.
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 Sul finire del XV secolo un gruppo di famiglie greco albanesi dovettero abbandonare la loro madre patria, l’Albania, per sfuggire dai turchi che l’avevano occupata, giungendo in Sicilia nel territorio di Callicari, l’odierna Biancavilla. Gli esuli padri albanesi portarono con se alcuni oggetti di culto, una Croce lignea bizantina, l’Icona di Santa Maria dell’Elemosina e una statuetta in argento di San Zenone, una campana. Secondo la tradizione la comunità si sia affidata, oltre alla protezione della Madonna anche verso San Zenone divenendone in seguito primo patrono della città stabilendo il 14 febbraio la festa in ricordo dell’arrivo in terra di Callicari, e non il 23 giugno, giorno della morte del Santo, con festa liturgica riconosciuta dalla Chiesa Cattolica. La comunità religiosa di rito greco ortodosso nel corso degli anni probabilmente dovette scontrarsi con la cultura latina occidentale del territorio. All’inizio del seicento giunsero a Biancavilla le Reliquie di San Placido, affiancandosi dapprima al culto di San Zenone e prendendone in seguito il sopravvento, divenendo con atto pubblico da parte del Vescovo di Catania Andrea Riggio il 23 settembre 1709 Patrono principale di Biancavilla, per lo scampato pericolo del terremoto del 1693 che provocò in Sicilia numerose vittime.
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 Per quanto riguarda l’iconografia di San Zenone, Biancavilla possiede una statuetta bizantina in argento di 3,7 centimetri portata dagli albanesi fondatori della città; in seguito, nel 1590, venne realizzata da un artista anonimo catanese un pregevole simulacro ligneo, che raffigura il Santo con abiti spagnoleggianti sul modello della statuetta d’argento conservata nel reliquario, e con in mano il Vangelo e la palma. La statua è stata oggetto nel 2002 di un restauro che ha ridato originaria bellezza al simulacro e che è stato eseguito dal laboratorio d’arte del maestro catanese Antonino Vaccaielli, presentato il 10 febbraio dell’anno successivo. Di certo questa statua rappresenta il simulacro più antico che Biancavilla possiede, custodito durante l’anno in una nicchia con dipinti e iscrizioni a fresco, ricavata nelle massicce pareti perimetrali di destra della cappella di San Placido, un tempo celata da una tela raffigurante sempre San Zenone del 1726 opera del pittore Giuseppe Tamo da Brescia. il dipinto, restaurato nel 2005-2006, è posto nella navata di destra della Basilica e raffigura San Zenone tra i Santi Francesco d’Assisi e Filippo Neri, al centro, la Vergine Maria dell’Elemosina (in un ovale) sostenuta da due angeli; sullo sfondo si può notare un paesaggio con l’Etna e Biancavilla degli inizi del ‘700. Sempre opera del Tamo era un affresco, ormai cancellato dal tempo, che si trovava nella lunetta sopra il portone d’entrata del convento del chiostro dei frati minori di Biancavilla, tra la Madonna e San Placido. In pessimo stato un altro affresco conservato nella chiesa della Mercede dove San Zenone è insieme a San Placido.
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