12 Feb 2013 |
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La grazia dell’Anno della Fede ci da possibilità di approfondire l’importanza dell’Eucarestia per la nostra vita di testimonianza cristiana. Le prossime Sacre Quarantore li vivremo con particolare fervore lasciandoci guidare dalla persona di Cristo presente nel SS. Sacramento. Quest’anno ho voluto scegliere un tema che possa fare da sfondo alla nostra riflessione e preghiera e che possa darci l’occasione di attingere al bagaglio della S. Teologia che la Chiesa nella sua sapienza ha maturato nel Concilio Vaticano II. Il tema che ho scelto è frutto di una attenta riflessione sulla lettura dei “segni dei tempi” e sulla necessità di unire la spiritualità eucaristica alla nostra vita quotidiana. Il tema viene così formulato: “Vivere l’Eucarestia per vivere l’ecclesiologia della comunione”. Il tema dell’ecclesiologia eucaristica, o ecclesiologia di comunione, è stato recuperato soltanto negli ultimi decenni dalla teologia occidentale. Quando si parla di Eucarestia il discorso si concentra, spesso, sulle parole della transustanziazione, sulla “presenza reale” di Cristo e sul carattere sacrificale della Messa.
Se invece si aprono le Sacre Scritture, si consultano i Padri della Chiesa e i grandi teologi della scolastica, si ottiene un’immagine assai più ampia. La presenza reale di Cristo nell’Eucarestia così come il carattere oblativo della Messa appartengono naturalmente a questa immagine, ma si collocano nel contesto dell’ecclesia riunita per celebrare il banchetto del Signore. La radice biblica dell’ecclesiologia di comunione sta nell’ammonimento che l’apostolo Paolo rivolge ai Corinzi:< |