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Convento San Francesco - Ordine dei Frati Minori PDF Stampa E-mail

La storia

La storia di Biancavilla deve molto alla locale comunità francescana. Non solo in termini sociali e religiosi ma anche in termini storici, visto che una delle più antiche e ricche fonti documentarie riguardanti la sua storia è stata compilata dal Frate Francesco Rametta e Puglisi e visto che la stessa si conserva gelosamente all’interno degli scaffali dell’Archivio storico del convento. Il fatto che il primo scritto inerente Biancavilla sia stato prodotto da un frate francescano, anche se di origini biancavillesi, non è da ascrivere ad una mera circostanza. Il dato è indicativo di un certo livello culturale della famiglia francescana che, una volta stabilitasi nel centro abitato etneo, veniva ad arricchire ed in un certo qual modo a contrapporsi al sapere locale, maturato quasi esclusivamente nell’ambito della comunità ecclesiastica biancavillese. I Francescani vivevano una vita in cui la stabilitas loci era vietata dalla loro Regola: questa evidentemente rappresentava una delle prerogative fondamentali della loro apertura verso un panorama culturale più vasto, di cui le riflessioni più tangibili nel centro abitato etneo erano palesate dalla stesura del Registro di Frate Francesco Rametta e Puglisi e dalla creazione di un Studio teologico, al quale evidentemente era collegata pure un’importante Biblioteca, composta da cinquecentine, seicentine e settecentine.

Frate Francesco Rametta, tramite il suo Registro, restituisce sinteticamente quelle che erano state le vicende passate della cittadina: che cioè Biancavilla in un primo momento si chiamasse «Li Greci» e che essa fosse stata fondata «da certi Greci [appunto] fuggiti per causa di guerra» dal loro paese d’origine.

Rifondato alla fine del XVI sec., momento in cui il centro abitato viene ri-denominato Biancavilla, all’inizio della seconda metà del XVII sec., esso subì radicali cambiamenti in primis grazie all’arrivo di numerose famiglie giunte dai centri abitati limitrofi. L’immigrazione a Biancavilla di un consistente numero di genti, tra le quali di un esiguo gruppo di persone abbienti, rappresentò per essa un evento eccezionale, il quale determinò un radicale cambiamento del suo substrato demico. La popolazione biancavillese nel corso della seconda metà del XVII sec. era così considerevolmente cresciuta tanto da indurre a pensare Frate Francesco Rametta e Puglisi che l’arrivo della famiglia francescana nel centro abitato etneo fosse stata determinata da queste mutate condizioni sociali. I Frati Mendicanti in effetti potevano dimorare in luogo solamente se c’era qualcosa da questuare: il loro arrivo dunque assume un significato ben preciso nella Biancavilla del XVII sec., il quale voleva dire essenzialmente che qui vi era un surplus da poter impegnare in attività importanti sì, che significavano in primo luogo un investimento per un’elevazione spirituale, ma di certo non redditizia a livello materiale. I Frati Minori Riformati di s. Francesco godevano di una certa considerazione presso la cittadina etnea sin dall’inizio della seconda metà del XVII sec., anche perché essi erano soliti passare e ripassare per il centro abitato etneo, che rappresentava allora una tappa obbligata per portarsi dal convento di Trecastagni a quello di Gagliano. La popolazione biancavillese in un certo qual modo si era ormai abituata alla loro presenza e quando i tempi furono maturi il popolo si decise a richiedere la loro stabilità a Biancavilla sia «per decoro del publico» sia «per avere l’esercizij spirituali».

Finalmente nel 1680, quando ricoprivano la carica di Giurati «li Signori don Pietro Puglisi, Francesco Piccione, Francesco Gemma e Carlo Gemma» si inoltrò richiesta al Ministro della Provincia di s. Agata, Frate Francesco da Catania, «per farsi il Convento». Nel 1684 – dopo varie vicissitudini, segnate da carte bollate e da interventi presso la santa sede – i frati «furono ricevuti [a Biancavilla] con grande allegrezza», tanto che la loro prima abitazione fu messa a disposizione dal Giurato «Bartolo Gemma, situata dietro, et quasi Immediatamente La Madre Chiesa». In questa abitarono «li sudetti frati per lo spazio di Mesi nove, ed’in questo mentre fabricarono certe case attaccate alla Chiesa di Santa Orsola dalla parte di ponente, ove potessero habitare, ed’esercitare l’officij spirituali». Nel frattempo «incominciarono li frati à trovare il luogo [più] opportuno per fabbricarvi il Convento». I siti proposti erano stati tre. Il primo era stato offerto dal «Sig. don Giuseppe Gemma Vicario della Terra» di Biancavilla. Questo era un «certo Giardino, quale sta’ situato quasi un tiro di scopetta di là della Chiesa dell’Idria»; mentre il secondo era un terreno «vicino alla Chiesa del Rosario; ma vi era l’opposizione del Sig. D. Blasio Ciancio di Adernò, di cui era il terreno». Per cui «restava questo pezzo di terreno, ove al presente è situato il Convento». Il terreno prescelto dai Frati e dai Giurati biancavillesi sorgeva su un pianoro ad est del centro abitato, ricadente in aperta campagna.

Il 25 Agosto 1684, con una processione partita dalla Chiesa Madre, con in testa il Santissimo Sacramento fu piantata e benedetta la croce. Per l’occasione fu chiamato uno dei più insigni rappresentati della Provincia Riformata di s. Agata, il padre Arcangelo Tropea di Aci Catena che fu «gran teologo, et famoso Predicatore».

Il 25 Marzo 1686 «congregati li Maggiori del popolo, ed’altri, che vollero intervenire, et precise il Magistrato Cap. il Sig. Francesco Mancari; Giurati li Signori: Carlo Gemma, Don Domenico Scalzo, Cesare Castiglione, et Don Giuseppe Rametta, accompagnati dal Sig. Sacerdote D. Antonino Piccione et di altri Signori del Popolo, si portarono à luogo destinato, et diedero il principio della fabrica». Così, mentre il Procuratore don Pietro Puglisi depositava al suolo quattro monete d’argento in segno di buon augurio, frate Andrea da Mistretta dava posa alla prima pietra del convento. A benedire l’inizio dei lavori fu il Ministro Provinciale frate Filippo di Catania, assistito dal Clero biancavillese. I lavori veri e propri però ebbero inizio solamente il 28 dello stesso mese quando «diede la prima manipolata fra’ Cherubino di Milazzo, et l’altri Maestri, furono fra’ Diego, et frat’Andrea di Mistretta; né intervennero pure fra’ Salvatore di Jaci, et fra’ Benedetto di S. Fratello, quali erano di famiglia. Il Mastro principale del disegno del Convento era [stato] fra’ Diego di Mistretta».

Nel 1692, a sei anni circa dall’inizio dei lavori, l’ala ovest del convento veniva portata a termine. Il Guardiano del tempo, desideroso di dimorare nei nuovi locali ordinò alla comunità di trasferirsi nel nuovo fabbricato, destinando il «Refettorio a Chiesuola con l’altare del SS. Sacramento, ed’un altro altare di S. Antonio à mano destra, uscendo il popolo per la porta». Frattanto oramai il 1700 era alle porte e i lavori per il completamento della Chiesa volgevano al termine. Nel dicembre di quel medesimo anno l’Edificio Sacro veniva ultimato. Così l’1 gennaio 1701 il tempio veniva benedetto e aperto al culto dei fedeli. (Antonio Mursia)

Il chiostro

Di notevole pregio artistico e culturale è il chiostro di pianta quadrata composto da arcate e colonne e al centro un piccolo giardinetto, attorno al quale vi sono delle stanze, il refettorio, la cucina e la clausura con il dormitorio. Dal 10 maggio 1725 all’ottobre dello stesso anno il guardiano del tempo, padre Rametta fece affrescare il chiostro dall’artista Giuseppe Tamo da Brescia, il quale dipinse la vita di San Francesco secondo un preciso ciclo pittorico e l’agiografia del suo Ordine. Nel dettaglio partendo dal portone d’ingresso nella prima lunetta, un tempo vi era la Madonna dell’Elemosina tra i Santi Placido e Zenone che a causa di una cattiva opera di conservazione è stata cancellata mentre gli altri affreschi col tempo furono rimaneggiati e alcuni coperti con latte di calce. A seguire le 31 lunette sono interrotte da medaglioni ovali dove sono raffigurati vescovi, papi e principi legati all’Ordine riccamente incorniciati da motivi floreali. Sotto ciascuna lunetta fino al 1938 una dicitura spiegava il soggetto, oggi purtroppo cancellata; mentre è possibile notare in un particolare anche l’antica chiesa del convento del settecento. Nella decima lunetta che riproduce lo stemma francescano vi sono scritti i nomi dei Giurati di Biancavilla e il padre Guardiano, datato 1725, a perenne memoria.

Il refettorio, la clausura e la biblioteca

Un altro luogo importante della struttura e vita del convento era l’antico refettorio dove un tempo i frati consumavano i pasti quotidiani. Al suo interno ancora oggi è possibile ammirare l’affresco del “L’Ultima cena” di Giovanni Lo Coco di Acireale, risalente al secolo XVIII. Nell’opera, posta sopra la porta d’ingresso, da notare un particolare, un vero anacronismo storico, uno degli apostoli, infatti, è stato raffigurato con gli occhiali. I frati non consumano più i pasti in questi locali, adibito per incontri e riunioni, ma in un moderno posto ai piani superiori del convento, dove sono conservate altre opere, quali una moderna Crocifissione del biancavillese Antonio Arena del XX secolo e una Madonna col Bambino del XIX secolo. Da una scalinata in cemento armato si accede ai locali superiori della clausura, da sottolineare la presenza di due affreschi di “San Pietro d’Alcantara” ubicato nella stessa scalinata interna e “La Madonna del Fiume” situato nella volta dei corridoi sempre della clausura. Le opere settecentesche non sono documentate e citate gli autori , mentre altri quadri riconducibili ai secc. XVIII e XIX sono di particolare pregio artistico. In un locale attiguo al coro del convento, infine, sono custoditi libri e documenti risalenti al settecento, non fruibile al pubblico, e consultabile previa autorizzazione dei frati minori.

L'antica Via Crucis

Nel 1707 fu posta una Croce sul sagrato della chiesa avente una base opera di Mercurio Allegra; purtroppo venne danneggiata durante i bombardamenti del 1943 e infine rimossa durante i lavori di costruzione dell’allora circonvallazione e attuale via Cristoforo Colombo tra gli anni 1950-60. Un altro aspetto storico-artistico dal 1733 era rappresentato dalle 14 edicole della Via Crucis, ovvero le “stazioni” della passione e morte di Gesù Cristo che da via Giulio Verne, già Convento, giungevano ai lati del prospetto dell’edificio sacro. Fino agli anni ’40 si poteva ammirare anche la prima, più piccola, dove al suo interno vi era collocata la raffigurazione di San Francesco con il lupo nei pressi della chiesa di Sant’Orsola, mentre le altre 14 erano collocate lungo un bel viale alberato sino al convento dei frati minori. Fino al 1966, in seguito alla trasformazione, riqualificazione e costruzione della nuova via Cristoforo Colombo, le stazioni furono demolite definitivamente. L’ultima testimonianza è quella posta sul prospetto del Campo Santo, dove al suo interno è stata collocata negli ’90 una singolare “Maria SS. di Biancavilla” dello scultore Tullio Aceto.

 

CONVENTO DEI FRATI MINORI "San Francesco"

piazza San Francesco, 1 - Biancavilla

telefono 095/981120

sito: www.conventosanfrancescobiancavilla.weebly.com/

 

Guardiano:                                                                                                                                                                  Fra Benedetto Lipari, ofm 

Vicario-Cappellano presidio ospedaliero "Maria SS. Addolorata":               
Fra Antonio Vitanza ofm 

Rettore chiesa San Francesco:                                                                                                                                    Fra Attilio Bua ofm

Aiuto cappellano:                                                                                                                                                            Fra Roberto Scozzarella ofm

 

Il Consiglio O.F.S.:

Ministro: Giuseppe Amato

Vice Ministro: Giuseppina Portale

Segretario: Angela Saccone

Maestro di formazione: Sara Scaramelli

Economo: Piera Sangiorgio

 

Il Consiglio Gi.Fra. dal febbraio 2023 ha cessato le sue attività

 

INCONTRI SETTIMANALI

LUNEDI                                                                                                                                                                

ore 20:30: Lectio Divina a cura di Fra Antonio Vitanza ofm e fra Benedetto Lipari ofm 

GIOVEDI

dopo la Santa Messa Adorazione Eucaristica

SABATO

ore 16-17 pre-catechismo, catechismo e dopocresima 

ore 17 oratorio

ore 17:30 riunione dell'O.F.S.

DOMENICA

(ogni 15 giorni) dopo la Santa Messa vespertina incontro coppie 

 

 

 

 

 

 

 

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