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Le chiese e le rettorie
Chiesa Sant'Orsola PDF Stampa E-mail
La chiesa di Sant’Orsola è ubicata in via Dante Alighieri, nei pressi del palazzo comunale, dando il nome anche alla piazza dove alle spalle sorge l’edificio sacro.
 
Il prospetto
Posta su una scalinata di cinque gradini, la chiesa di Sant’Orsola presenta nella sua facciata un cornicione in pietra bianca che raccorda in due paraste delimitanti, dove risalta un possente portale in pietra lavica. Esso è caratterizzato da fregi lavorati in rilievo con visi di angeli, nel quale poggia una larga cornice sormontata da volute, da un’edicola vuota e da un frontone, sempre in pietra lavica, dove è scolpita la data 1700 (probabile conclusione del prospetto). Nel secondo ordine comprende la piccola cella campanaria contenente il sacro bronzo e sulla sommità una croce in ferro battuto.
 
La storia
Da una relazione di una visita pastorale del 1635, fa risalire probabilmente la fondazione della chiesa di Sant’Orsola. Successivamente fu eretta la Congregazione Scuola di Cristo, per la dottrina cristiana; era il 19 giugno 1680. Il vescovo di Catania, Mons. Michelangelo Bonadies, nel 1685 concedeva ai frati francescani, che si erano da poco stabiliti a Biancavilla, di abitare in alcune case addossate alla chiesa in attesa della costruzione del nuovo convento. Il canonico Pietro Longo, nel 1797, viste le cattive condizioni della fabbrica della chiesa chiedeva aiuti economici. Un secolo dopo, nel 1888, la chiesa tornò al suo splendore diventando un punto di riferimento per il quartiere e per la comunità biancavillese.

 

L’interno

La chiesa è ad unica navata, presenta la volta a botte lunettata e l’abside, dove nella parte del catino è raffigurato l’occhio di Dio, mentre il presbiterio presenta un piccolo coro e finestre di luce. L’altare maggiore è in marmo policromo e all’interno di una nicchia è posta la statua lignea di Sant’Orsola del XVIII secolo, raffigurata con una bandiera nella mano sinistra e con la destra tiene la Bibbia. In basso invece è facile notare la testa di un pagano. Due gradini separano il presbiterio dal resto della chiesa con una balaustra in ferro battuto. Nelle pareti laterali sono addossate 10 paraste con capitelli in gesso bianco. Inoltre presenta quattro altari in marmo policromo. Iniziando da sinistra vi si può ammirare l’altare dedicato all’apostolo Pietro, simulacro in carton romano degli inizi del 1900, posto all’interno di una nicchia in legno scolpita. A seguire l’altare dell’incoronazione della Vergine Maria, olio su tela di G. Laxcroi del 1785. Sul lato destro vi è l’altare del Crocifisso e in basso un quadro dell’Addolorata, e infine l’altare dedicato a Santa Lucia con il dipinto, olio su tela del XVIII secolo, raffigurante il martirio per mano del prefetto romano Pascasio, durante la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Le opere d’arte, a causa della chiusura al culto della chiesa, sono state trasferite all’interno della Basilica.
 
 
Le attività
La chiesa dopo l’ordinanza sindacale del 10 settembre 2004 è stata chiusa al culto ai fini precauzionali per pericolo di cedimenti e crolli interni, le condizioni del tetto sono in pessimo stato, e la fabbrica presenta un’umidità diffusa. Un tempo sede di attività pastorali e di catechesi per fanciulli, si festeggiava Sant’Orsola il 21 ottobre, mentre, preceduto da un triduo di preparazione, si onorava anche Santa Lucia vergine e martire siracusana, con la benedizione degli occhi ai fedeli al termine delle celebrazioni Eucaristiche del 13 dicembre. Le feste attualmente sono state traslate in Basilica, insieme a quella di San Pietro il 29 giugno, mentre durante la tradizionale processione della Madonna Addolorata del Venerdì Santo è meta di una breve sosta all’esterno della chiesa.

È intenzione dell’attuale prevosto e rettore della chiesa, il can. Salerno di riaprirla al culto.

 
Chiesa Santa Maria del Rosario PDF Stampa E-mail
La chiesa del Rosario di Biancavilla è situata in piazza Roma, come un diadema nel gioiello architettonico del centro storico della città.
 
Il prospetto
La facciata, opera dell’architetto milanese Carlo Sada, dell’inizio del XX secolo, è senza dubbio insieme alla Basilica l’opera d’arte più importante di architettura moderna in città. Affiancata da due plinti si erge la scalinata centrale, un tempo di gradini in marmo bianco, in pietra lavica, mentre l’intera facciata è realizzata in pietra calcarea a conci scolpita. L’architrave poggiante su due coppie di semicolonne laterali è un ampio spazio compreso fra le due colonne del portone d’ingresso rettangolare con soprastante arcone a tutto sesto, vetrata con un calice e ostia in pietra bianca scolpita e nell’arco la scritta C-SADA-MED-ARCHIT-FRONTIS-TEMPLI, dove risalta il bassorilievo di un cherubino e la scritta “HIC CONFR. M. SS. ROSARII” ovvero “In questo luogo ha sede la confraternita Maria SS. del Rosario”. Sopra l’architrave vi è il timpano archivoltato spezzato dal campanile, mentre poggiano ai due lati laterali rispettivamente angeli in preghiera. Dentro la cella campanaria vi è la statua della Madonna del Rosario, e al di sopra un cupolino a padiglione con tasselli in ceramica di colore verde, mentre risalta il monogramma mariano di colore blu. Al vertice la croce in ferro battuto, posta su una sfera in pietra bianca.
 
 
 
 
 
 
La storia
La storia della Chiesa del Rosario, dedicata dapprima a San Rocco, è riconducibile al 1600. Ne è testimonianza un atto di matrimonio datato 30 luglio 1606 benedetto dal cappellano Francesco Siriano. A rafforzare questa certificazione, inoltre, il 17 gennaio 1599 si registrò il primo matrimonio dove i cappellani sottoscrivevano “della Matrice Chiesa”. Questo lascia supporre che oltre la Chiesa Madre, in quell’epoca, vi era anche un’altra chiesa: ovvero quella di S. Rocco, oggi dedicata alla Vergine del Rosario. Un secolo dopo fu ampliata per volere dell’abate Antonino Piccione, come si evince da una lapide commemorativa a destra della navata. Nel 1719 l’abate aveva lasciato rendite per la costruzione di un monastero di Santa Chiara nei pressi della chiesa. Con le suddette rendite, amministrate dal can. Filippo Cocina sotto il progetto dell’arch. Francesco Battaglia da Catania, nel 1750 furono avviati i lavori di costruzione. Dopo varie vicissitudini, nel 1900 le fabbriche che furono state completate, per ordine del can. Vito Piccione sono state demolite e in sostituzione ad esse furono costruite delle nuove stanze; nello stesso tempo il canonico ha abbellito con decori di stucco indorate. Sempre lo stesso incaricò l’arch. Sada di redigere un prospetto artistico intonato con l’interno dell’edificio sacro. Il 10 gennaio del 1998 a causa di un terremoto che fece crollare il tetto della sagrestia, la chiesa fu chiusa al culto per far si che iniziassero i lavori di riapertura. Finalmente dopo 4 anni, durante la prepositura del can. Antonino Tomasello, nella solennità della Vergine del Rosario veniva riaperta al culto la chiesa con una solenne celebrazione Eucaristica all’interno.
 
L’interno
L'interno della chiesa, in stile tardo barocco, è ad un’unica navata e si conclude nell’area presbiterale dove all’interno della conca dell’abside è situato l’altare maggiore. L’abside è decorato con motivi floreali in oro e argento a foglia, mentre nel catino sempre in bassorilievo vi è lo Spirito Santo sottoforma di colomba irradiata da visi d’angeli. Ai lati dell’abside si possono ammirare in bassorilievo delle decorazioni composte da scala,chiavi e palme. Il presbiterio è posto più in alto di due gradini dove è presente una balaustra con sei colonnine per lato, in marmo bianco e rosa. Nell’arcone di accesso al presbiterio in alto si può notare una scritta latina che riporta l’anno 1817 e addossate alla parete di sinistra una lapide con altorilievo del volto del prevosto della Collegiata, il can. Vito Piccione che nel 1900 attuò il restauro della chiesa con stucchi e dorature; mentre a destra la lapide in ricordo dell’abate Antonino Piccione che nei primi anni del XVIII secolo ampliò la chiesa. L’aula presenta nelle pareti cinque coppie di semicolonne per lato con motivi floreali, tralci ed uva in bassorilievo con capitelli in stile composito. La volta, a botte lunettata, è decorata con stucchi e poggia su un cornicione in gesso bianco mentre sono presenti delle finestre, tre per ogni lato che danno luce all’interno della chiesa. La parte superiore dell’altare maggiore, in marmo intarsiato ad arabeschi risalente al XVIII secolo, è formata da un’edicola che si conclude con un timpano spezzato, dove al suo interno è posta la Madonna del Rosario col Bambino, in gesso modellato dipinto del XX secolo, opera del maestro Froc Robert. Gli altari minori rispettivamente due per lato, anch’essi in marmo, sono semplici e presentano nicchie con cornici in legno scolpito di stile barocco. Da sinistra possiamo notare l’altare di San Vito martire e l'altare di San Rocco, primo titolare della Chiesa; mentre dal lato opposto l'altare di Santa Rosa da Lima e il prezioso altare del SS. Cristo alla colonna, opera lignea del sacerdote Placido Portal, scultore biancavillese.
In alto nelle pareti, tra un altare e l’altro, vi sono dipinti su tela che raffigurano angeli realizzati nel 1929 dal maestro Conti Consoli. In basso, invece, poggiati su alcune basi in marmo, sono presenti angeli in carton romano oranti in piedi, realizzati per devozione dei fedeli. All’ingresso della chiesa è presente una cantoria dove è situato un organo meccanico di piccole dimensioni costruito nel 1900 dalla rinomata fabbrica d’organi Giudici - Laudani. Attualmente l’organo è fuori uso. Dalla medesima cantoria vi è l’accesso alla cella campanaria dell’edificio sacro.
 
Le attività
Ogni sabato viene celebrata una Santa Messa dal Rettore della chiesa, il prev. Agrippino Salerno. Il Venerdì Santo è una delle ultime tappe della processione della Vergine Addolorata e la partecipazione serale alla processione dei "Tri Misteri" con il simulacro del Cristo alla colonna . L’8 maggio e la prima domenica di ottobre si recita la Supplica in onore della Madonna di Pompei. Infine il 7 ottobre per la festa del SS. Rosario.
 
Chiesa Gesù e Maria PDF Stampa E-mail

La chiesa di Gesù e Maria è ubicata in via Maria Santissima dell’ Elemosina a pochi passi dalla Basilica; presenta una pianta rettangolare ad unica navata.

Il prospetto
Il prospetto è in stile semplice, sul lato sinistro si alza una piccola torre campanaria mentre al centro vi è un portale in pietra lavica con timpano rettilineo sormontato da una finestra che dà luce all’interno e all’apice una piccola Croce in ferro battuto. Per accedere in chiesa, sono presenti due scalinate laterali in pietra lavica e una ringhiera in ferro battuto dando la possibilità di accesso sul sagrato della stessa.


La storia
La chiesa fu costruita per volontà di don Salvatore Vitale e dei fedeli, probabilmente intorno al 1657, come si evince da un documento, dove il sopracitato sacerdote fa richiesta al vescovo di Catania Marco Antonio Gussio, il permesso di benedirla, che reca la data del 22 agosto 1658. A confermare tale anno la registrazione della sepoltura di un cadavere nella chiesa di Gesù e Maria che riporta il 1659. Col tempo si ebbero dei ritocchi alla struttura interna, come si evince in uno stucco presente n alto sull’arco maggiore del presbiterio che recita ”Rev. Antonius Reina erexit 1772”. Il Prevosto della Collegiata, infatti, nel 1790 elargì con spese alla ristrutturazione delle pareti, fu rifatta la volta in gesso e decorato l’interno. In seguito anche nel 1951 furono aggiunti stucchi con motivi di spighe, grappoli d’uva e angeli. La chiesa negli anni ha subito gravi danni a causa dell’umidità sia interna e alle infiltrazioni di acqua piovana compromettendo la fruizione dei fedeli e alla partecipazione delle varie attività pastorali.

L’interno
La chiesa è ad unica navata e presenta al suo interno tre altari, il maggiore presenta il simulacro della Madonna della Divina Provvidenza con il capo e il Bambino Gesù in legno con gli abiti in damasco di seta bianca risalente al XIX secolo. Il presbiterio è chiuso da una balaustra in legno laccato bianco; nella prima campata sinistra si trovava un Crocifisso di bottega siciliana del XVIII secolo e un quadro della Madonna Addolorata. I due altari laterali quello di sinistra e di destra sono in marmo e attualmente le opere collocate sopra di essi sono custoditi in Basilica a causa della chiusura al culto della chiesa.
 
Le attività
La chiesa dopo l’ordinanza sindacale del 10 settembre 2004 è stata chiusa al culto ai fini precauzionali per pericolo di cedimenti e crolli interni, sebbene le condizioni del tetto sono in ottimo stato, sebbene la fabbrica presenta un’umidità diffusa. Durante la tradizionale processione della Madonna Addolorata del Venerdi Santo è meta di una breve sosta all’esterno della stessa in attesa di una nuova riapertura e fruizione dei fedeli.
 
Chiesa San Gaetano PDF Stampa E-mail
La chiesa di San Gaetano è ubicata in via Mongibello, dando il nome anche al quartiere dove sorge l’edificio sacro.
 
Il prospetto
La chiesa, rispetto al piano della strada è rialzata di cinque gradini in pietra lavica, ed è chiusa da un cancello in ferro. La facciata è semplice di forma rettangolare e presenta una finestra che dà luce all’interno. Mentre due lesene chiuse da un cornicione di pietra bianca culminano con la torre campanaria e una croce in ferro battuto.
 
La storia
La chiesa fu fondata il 9 luglio 1722 da Don Antonino Floresta e sorgeva nell’antico quartiere della Carrubba, intitolata alla Madonna della Provvidenza. A darne testimonianza e conferma un documento dell’epoca che attesta che il vescovo di Catania, il card. Alvaro Cianfuegos concede al sacerdote Florresta di poter celebrare Messa il 6 luglio dello stesso anno. Altra testimonianza la visita pastorale di mons. Galletti del 1730, dove la chiesa viene menzionata; successivamente la chiesa, a partire dal 1808, cambia denominazione all’attuale San Gaetano in seguito all’introduzione e devozione del Santo. Dopo il 1746, venne restaurato l’edificio sacro in seguito ad un’iscrizione latina, ormai cancellata, posta sulla porta, a spese del can. Carmelo Rizzo.
 
 
L’interno
Suddivisa in tre campate, la chiesa di San Gaetano è ad unica navata che si conclude in un abside semicircolare. L’altare maggiore è in marmo policromo dove si trova, all’interno di una nicchia, la statua di San Gaetano di Thiene, in carton romano del XIX secolo. Ai lati vi sono gli altari, anch’essi in marmo policromo, rispettivamente a sinistra presenta la statua dell’Immacolata Concezione, dono della famiglia Castelli del gennaio 1962, mentre a destra un Crocifisso con ai piedi un quadro della Madonna Addolorata.
 
Le attività

Festa principale è quella di San Gaetano il 7 agosto di ogni anno; inoltre la chiesa rientra nel percorso delle soste che il simulacro della Madonna Addolorata compie la mattina del Venerdì Santo; il 2 ottobre la processione di San Zenone compie un breve momento di preghiera dinanzi la chiesa, e infine rientra alcune volte nel percorso della processione Eucaristica parrocchiale del “Corpus Domini”.

Il 3 gennaio 2006 a cura della Fraternità Ecco tua Madre, nasce l’adorazione prolungata del Santissimo Sacramento preparata e proposta da vari incontri dapprima col Vicario foraneo, don Agrippino Salerno e poi con don Giovambattista Zappalà, in comunione con i sacerdoti del vicariato di Biancavilla e Santa Maria di Licodia durante i ritiri spirituali, P. Carmelo Barbera ha comunicato l’esperienza di adorazione Eucaristica ininterrotta portata avanti nella sua parrocchia nata da una evangelizzazione tenuta da don Alberto Pacini, promotore della diffusione dell’adorazione Eucaristica perpetua in Italia, essa è stata accolta dai sacerdoti. Nasce così un dono per tutti supportata dalla Fraternità “Ecco tua Madre” che ne ha curato i momenti di evangelizzazione e ancora oggi ne sostiene la struttura col ministero del coordinamento e quanto necessita per il decoro, la pulizia e la bellezza della chiesa-cappella. La chiesetta, infatti, è una porta sempre aperta al cielo, una grande luce, un’oasi di pace: in tanti hanno risposto alla chiamata del “Padre che cerca adoratori che lo adorino in spirito e verità” (Gv 4,23). C’è sempre qualcuno, in ginocchio, in preghiera, in silenzio. Nella cappella, infatti il Santissimo Sacramento è esposto da lunedi a sabato dalle 6 alle 24. L’adorazione è silenziosa e personale e tutte le realtà spirituali ed ecclesiali che vi prendono parte formano una fraternità Eucaristica. Gli adoratori, riuniti e uniti attorno al Santissimo che si susseguono e coincidono nel tempo, sono come la vite e i tralci dei quali parla nostro Signore, tutti uniti in Lui, rimanendo nel suo amore per dare molto frutto (cf Gv 15) Coordinati da Sebastiano Petralia al presente sono circa 250 gli adoratori con 18 capitani d’ora e 12 ministri straordinari della Comunione provenienti da varie comunità parrocchiali.

Inoltre la Fraternità “Ecco tua Madre” si impegna durante l’anno ad irradiare, principalmente nei luoghi di sofferenza, la Luce della Misericordia, visitando e pregando la Coroncina della Divina Misericordia, recandosi ogni primo lunedì del mese presso la Cappella comunale "Antonino Castro" del Campo Santo biancavillese alle 10; ogni giovedì alle 19.30 nella Chiesa S. Gaetano, ogni venerdì alle 16 presso la Cappella dell’Ospedale "Maria Addolorata" e alle 16.45 presso il Convento dei Frati Minori. Il Piccolo Gregge dell'Immacolata si riunisce il 25 di ogni mese alle ore 21 nella chiesa San Gaetano. La chiesa dopo il terremoto del 6 ottobre 2018 è stata chiusa al culto ai fini precauzionali per pericolo di cedimenti e crolli interni trasferendo le attività legate al culto nella Basilica Collegiata Santuario in attesa di tornare alla normalità. 

 
 
 
 
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