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Altare della Sacra Famiglia o di San Giuseppe PDF Stampa E-mail

Altare della Sacra Famiglia o di San Giuseppe

Sul lato destro del transetto è presente un Altare di stile classico ottocentesco con marmi policromi, realizzato nel 1892, come si evince da una scritta "Ex Acre Piac Unionis S.Josepho dicatae anno 1892 can Benedicto Viaggio rectore" incisa sul marmo. Ancor prima della sua realizzazione, già nel 1876, era nata a Biancavilla una pia Unione degli agonizzanti che operò in città sino agli inizi del novecento. Devoti di San Giuseppe, furono loro a realizzare questo Altare in marmo mentre era canonico della Collegiata il biancavillese Arcangelo Viaggio, che prese il nome di Benedetto in seguito all'ordinazione come monaco agostiniano. Nativo di Biancavilla nel 1822, mori a 77 anni, nel 1899. Fu padre maestro dei novizi nel convento Sant'Agostino ad Adrano e reggente di quello a Palermo nel 1860. In seguito poi alla soppressione degli ordini religiosi, divenne sacerdote secolare e ritornato nella sua città natale ricopri l'incarico oltre come detto di canonico della Collegiata, nel 1895 anche di cappellano della chiesa Gesù e Maria. Fu confessore, oratore nella predicazione e noto nell'Italia meridionale. Fu cultore di storia locale, poeta di componimenti dialettali e dottore in patristica e teologia. Ricopri l'incarico anche di consigliere comunale e fu imprenditore agricolo principalmente nel settore vitivinicolo. Devoto di San Placido, fece fare una litografia che ancora oggi viene utilizzata come immagine devozionale. Ritornando alla devozione a San Giuseppe il canonico Viaggio commissionò nell'ultimo quarto del XIX secolo un'incisione con la Sacra Famiglia da Raphael Puccio di tipologia popolare. L'Altare presenta una nicchia dove un tempo custodiva le statue di Maria, Giuseppe e del Bambino Gesù con il capo in legno e le vesti in stoffa di seta probabilmente realizzato a Roma. Questo gruppo statuario, fino al 1962, il 16 maggio veniva portato in processione, con la partecipazione del Capitolo, delle Congregazioni religiose e dei componenti dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento. Veniva allestita anche una fiera di prodotti agricoli, seconda d'importanza a quella del bestiame delle festività patronali ottobrine di San Placido. Con l'avvento della modernizzazione dei mezzi di trasporto e di lavoro, la fiera e la processione caddero nell'oblio restando nel ricordo delle passate generazioni. Gli sposi Antonino Zappalà e Grazia Sangiorgio, quest'ultima sorella del sacerdote organista Carmelo, residenti nei pressi della chiesa Sant'Orsola, erano senza figli e per devozione vollero donare, nel luglio del 1962, una nuova Sacra Famiglia a grandezza umana dalla ditta Stuflesser di Ortisei in legno scolpito e gesso. Il Prevosto Giosuè Calaciura accogliendo la loro richiesta posizionò il nuovo gruppo statuario della Sacra Famiglia in chiesa Madre, sostituendolo all’antico gruppo, donandolo al Monastero “Santa Chiara”, dove venne custodito alla venerazione delle sorelle povere di Santa Chiara (clarisse). Col tempo le antiche statue, a causa dell’usura del tempo, furono eliminate dalle stesse. Anche i matrimoni, tra ottocento e fino ai primi anni del secondo dopoguerra venivano celebrati in questo Altare. Il sacerdote di turno, additava ai novelli sposi come esempio di vita cristiana la Famiglia di Nazareth; al termine del Sacro Rito la coppia rendeva omaggio dinanzi l’Altare della vicina Madonna dell’Elemosina. Ai lati dell’Altare della Sacra Famiglia si possono notare due opere d’arte, olio su tela che rappresentano lo “Sposalizio della Vergine” e il “Transito di San Giuseppe” di recente fattura (1933) del Sacerdote Orazio Spadaro di Modica, in provincia di Ragusa. Posto in una nicchia in corrispondenza della tela del "Transito di San Giuseppe" è presente il simulacro ligneo attribuito a "San Nicola di Mira". Una vicenda legata alla statua di San Biagio è avvenuta il 25 ottobre 2015, quando il simulacro venne portato per essere restaurato nel laboratorio d’arte della ditta Calvagna ad Aci Sant’Antonio. Con enorme stupore a dicembre dentro il simulacro fu scoperto il tronco di una statua scolpita in legno più antica, che secondo uno studio fatto dal biancavillese Antonio Mursia, del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania, potrebbe essere la raffigurazione di San Nicola di Mira. Da questa vicenda si aprirono così nuovi studi e versioni intrisi di storia e se vogliamo anche un pizzico di mistero sulla storia del simulacro di San Biagio. A commissionare il restauro è stato Antonio Zappalà, cittadino biancavillese legato particolarmente alla venerazione del Santo da generazioni di suoi antenati. In base ai documenti d’archivio consultati da Antonio Murcia del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania e da Antonio Alessandro Marino Zappalà, la statua sarebbe databile nella seconda metà del cinquecento, poiché non menzionata nella visita pastorale del 1555 da Monsignor Nicola Maria Caracciolo, vescovo di Catania, dove non compare neanche la Sacra Icona di Santa Maria dell’Elemosina. Un’attenta analisi iconografica rivela che l'antico simulacro scoperto dentro la statua di San Biagio sia da identificare a San Nicola di Mira venerato a Bari, ma anche in diversi centri urbani dell'Italia meridionale ed in Sicilia, nella fattispecie ad Adrano. Qui il culto a questo Santo è attestato alla fine del duecento in quanto nella chiesa “San Nicola e Maria” compare nella collettoria pontificia dal 1308-1310. A Biancavilla il culto di San Nicola di Mira è documentato con certezza nel 1602 dove nel documento della Visita pastorale effettuata dal vescovo di Catania, Monsignor Giandomenico Rebiba si legge della presenza di un'immagine di San Nicola insieme a quella di San Placido, da cui si evince che è stata costruita di recente la statua di San Nicola. Dunque doveva essere presente all'interno della chiesa Madre di Biancavilla già a partire dalla fine del cinquecento. Quindi 1602 si impone, secondo gli studi di Mursia, quale termine certo della sua esistenza nella città etnea. Un ulteriore indizio prospettato dallo stesso studioso su questa statua proviene anche dalla pergamena di consegna delle Reliquie di San Placido datata anch'essa nel 1602 dove sul bordo superiore destro compare la riproduzione di San Nicola di Mira nel documento. Inoltre appaiono i Santi Placido e Zenone a testimonianza dei culti presenti a Biancavilla all’alba del seicento. Quindi secondo gli studi preliminari portati avanti da Antonio Mursia si evincerebbe che dentro la statua di San Biagio potrebbe essere proprio quello raffigurante San Nicola di Mira. Questa statua venne benedetta il 17 agosto 2018, al termine della Santa Messa di apertura del novenario di preparazione alla festa estiva in onore a Santa Maria dell’Elemosina.

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