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Fonte Battesimale                                                                                                            In una nicchia semicircolare absidata è possibile ammirare il fonte Battesimale, chiuso da un cancello in ferro battuto di Sebastiano Toscano da Trecastagni.  L’opera è In marmo, è presenta un cupolino riccamente intagliato nel 1948 dal biancavillese Giuseppe Salomone, donato dal prevosto Monsignor Gaetano Messina. Nel 2002 sono state restaurate le pareti e gli stucchi impreziositi con oro zecchino a foglia in occasione del giubileo sacerdotale del prevosto Antonino Tomasello (1977-2002). Da notare, infine, in alto lo Spirito Santo sottoforma di colomba con raggiera e le figure stilizzate sul cupolino di San Giovanni che battezza Gesù Cristo. Un accenno merita anche l’anticofonte, dove i padri albanesi fondatori celebravano il sacramento del Battesimo in terra di Callicari, l’odierna Biancavilla sul finire del XV secolo. Probabilmente era collocato dove attualmente sussiste una porta sotto leggi tutto..

 

                                 

 

San Biagio vescovo e martire                                                                                          Il primo Altare, entrando dalla navata di destra della Basilica Collegiata Santuario, è dedicato a San Biagio, la cui statua lignea settecentesca è posta all’interno di una nicchia e raffigura il vescovo martire, morto a Sebaste (Armenia) nel 316 circa, durante la persecuzione tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Un avvenimento miracoloso legato alla vita di San Biagio è la guarigione di un fanciullo a cui gli si era conficcata una lisca in gola, attribuendo al Santo l’invocazione e la protezione per i mali di questa parte del corpo. Ogni anno nel giorno della festa liturgica, il 3 febbraio, dopo la Santa Messa avviene il rito della benedizione della gola, compiuto dal sacerdote celebrante mediante due candele incrociate e la successiva benedizione e distribuzione di piccoli pani a forma circolare (in siciliano cuddureddi). La statua riporta dietro le spalle, nascosta alla vista, questa epigrafe latina a perenne memoria. leggi tutto

 

                               

                                                                                                     

Santi Anna e Gioacchino, genitori della Beata Vergine Maria                                      Il secondo Altare di destra, è posta l’opera d’arte olio su tela, datata 1844, del maestro Giacomo Portale da Centuripe, per pia devozione del Canonico Antonino Salamone, come si evince da una epigrafe in calce della tela sul lato destro che recita “Matrem edocet verbi verbum”. Queste parole sono collocate sul cartiglio in mano a due angeli in alto, che riassumono la missione di Santa Anna che istruisce Maria Bambina al centro. Sul lato sinistro si può notare anche la figura paterna di San Gioacchino e due angeli che assistono alla “Lectio Divina” di Maria Bambina. L’Altare in marmo policromo presenta tre artistici bassorilievi, la lavanda dei piedi a sinistra, l’ultima Cena a destra e in basso l’Assunzione della Beata Vergine Maria. Questo Altare veniva un tempo impiegato come l’Altare della Reposizione del Santissimo Sacramento (luogo in cui, nella liturgia cattolica, viene riposta e conservata l'Eucaristia al termine della Messa vespertina del Giovedì Santo “Missa in Coena Domini”), come dimostrano appunto i bassorilievi in marmo. La tela è stata oggetto di restauro nel 2004 da parte del laboratorio d’arte del maestro Antonino e Ugo Vaccaielli di Catania. La festa liturgica dei genitori della Beata Vergine Maria è il 26 luglio; un tempo ai nascituri veniva fatto l’abitino devozionale a Sant’Anna a protezione dei bambini.leggi tutto

 

Monumento funebre di Monsignor Francesco Ricceri, vescovo di Trapani

Monsignor Francesco Ricceri, originario di Biancavilla, nacque il 20 aprile 1903 da Giuseppe ed Antonina Rubino, nell'abitazione in cui trascorse la sua infanzia, in via Inessa. Francesco fu il secondo di sei figli. Compì gli studi statali e quelli del ginnasio nel piccolo Seminario biancavillese durante il rettorato di don Placido Caselli; i suoi compagni di sacerdozio furono padre Salvatore Leocata e padre Salvatore Spoto, questi ultimo, poi, divenne primo parroco della chiesa Santa Maria dell'Idria. Successivamente, dopo la prima guerra mondiale, nell'ottobre 1918, si trasferì al Seminario Maggiore di Catania per completare gli studi classici e teologici, mentre quelli universitari li affrontò nella facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana e di Diritto Civile del Pontificio Istituto "Utriusque juris" del Laterano di Roma. Prestò il servizio militare, dal marzo 1923 a    leggi tutto... 

  

 

 

La deposizione del Cristo morto                              

La tela settecentesca, di autore ignoto, rappresenta il momento in cui San Giuseppe d'Arimatea, bacia le mani del Cristo morto già deposto dalla Croce, che successivamente verrà sepolto in un sepolcro, in attesa della Resurrezione.                     

 

 

                               

                                

Anime del Purgatorio

Il terzo e ultimo Altare di destra è dedicato alle “Anime del Purgatorio”. Da notare una tela del XVIII secolo, opera del Thitè, dove l’artista ha voluto rappresentare un sacerdote che celebra una Messa tridentina, con le spalle rivolte al popolo (in particolare si scorgono figure di Santi oranti) e in mano l’Ostia mentre rivolge una preghiera alla Vergine col Bambino. In basso sono presenti due giovani chierici, uno reca in mano un cero acceso mentre l’altro solleva la pianeta del celebrante. Sul lato destro si notano figure di anime che vengono liberate dal Purgatorio e portate verso il Paradiso. Sullo sfondo è posta su una nuvola, in alto a destra, la Santissima Trinità (Cristo con la Croce, Dio Padre con il triangolo sul Capo e il mondo che reca sulle mani e lo Spirito Santo sotto forma di colomba). Nel 1989 la tela è stata sottoposta ad un delicato restauro nel laboratorio d’arte del maestro Giovanni Calvagna di Aci Sant'Antonio, voluto dall’Assessore ai Beni culturali di Biancavilla Salvuccio Furnari con a capo il Sindaco Giuseppe Viaggio, in occasione del 50° di sacerdozio del Prevosto della Collegiata, il Canonico Giosuè Calaciura, era il 9 luglio 1989.  leggi tutto...

 

Sacra Famiglia o di San Giuseppe                                                                                  Sul lato destro del transetto è presente un Altare di stile classico ottocentesco con marmi policromi, realizzato nel 1892, come si evince da una scritta "Ex Acre Piac Unionis S.Josepho dicatae anno 1892 can Benedicto Viaggio rectore" incisa sul marmo. Ancor prima della sua realizzazione, già nel 1876, era nata a Biancavilla una pia Unione degli agonizzanti che operò in città sino agli inizi del novecento. Devoti di San Giuseppe, furono loro a realizzare questo Altare in marmo mentre era canonico della Collegiata il biancavillese Arcangelo Viaggio, che prese il nome di Benedetto in seguito all'ordinazione come monaco agostiniano. Nativo di Biancavilla nel 1822, mori a 77 anni, nel 1899. Fu padre maestro dei novizi nel convento Sant'Agostino ad Adrano e reggente di quello a Palermo nel 1860. In seguito poi alla soppressione degli ordini religiosi, divenne sacerdote secolare e ritornato nella sua città natale ricopri l'incarico oltre come detto di canonico della Collegiata, nel 1895 anche di cappellano della chiesa Gesù e Maria. Fu confessore, oratore nella predicazione e noto nell'Italia meridionale.leggi tutto...

     

 

Cappella di Santa Maria dell'Elemosina                                                          La Cappella racchiude al suo interno, in alto, la Venerata Icona di Santa Maria dell’Elemosina, protettrice della città di Biancavilla. Il quadro  è posto all’interno di una nicchia incorniciata in legno dorato con angeli che reggono una corona. La struttura geometrica dell’Icona, potrebbe collocarsi  ai primi secoli del XIII e XIV secolo; mentre gli elementi fondamentali sono rappresentati dalla posizione delle figure, del ninbo (il cerchio luminoso, talvolta rappresentato con raggi, che nell'iconografia caratterizza le figure di Cristo, della Vergine e dei Santi), del corpo e del capo del Bambino. L’immagine in legno di cedro, è dipinta a tempera d’uovo, tecnica molto usata nel XV secolo a Bisanzio, che probabilmente rimanda  all’origine dell’arrivo dei padri albanesi profughi dalla madre  leggi tutto...

 



 

 

 

 

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