La Basilica Minore |
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Allegate anche le lettere di richiesta di avallo dell’Arcivescovo Bentivoglio e dell’allora amministrazione comunale di Biancavilla con a capo il Commissario Regionale Antonino Vella. Nella missiva di quest’ultimo, indirizzata all’Arcivescovo, il dottor Vella, cita la fede dei primi padri che hanno avuto da sempre nel cuore di questa popolazione – infine scriveva il Commissario – il gran tempio dedicato alla Madonna è centro di particolare devozione e meta di pellegrinaggi. Infine ringraziando l’Arcivescovo per il vivo interessamento e per l’accoglimento di questa presente preghiera della città, che oggi rappresento. L’accoglimento della richiesta e il nulla osta della Sacra Congregazione per il Culto Divino accettando di buon grado la richiesta e fregiando il tempio predetto del titolo e della dignità di Basilica minore con congrui diritti e privilegi, stabilendo tale valore ed effetto adesso e per l’avvenire. Il decreto a firma del cancelliere, il cardinale Luigi Traglia in data 14 marzo 1970. La notizia fu accolta con immensa gioia da tutta la comunita’ biancavillese. La solenne Concelebrazione Eucaristica avvenne il 30 maggio alla presenza di vescovi e del clero locale con una processione introitale dall’istituto di Maria Ausiliatrice fino in Basilica. Presenti tra gli altri l’Arcivescovo di Catania, monsignor Guido Luigi Bentivoglio, monsignor Francesco Ricceri, biancavillese e vescovo di Trapani, monsignor Giuseppe Perniciaro di Piana degli Albanesi, monsignor Costantino Trapani di Nicosia e monsignor Salvatore Di Salvo vescovo titolare di Torri di Numidia. Fu applicato in seguito lo stemma pontificio di Paolo VI sul portale della Basilica.
Attualmente nell’Arcidiocesi di Catania sono 5 le basiliche minori: tre nel capoluogo etneo ovvero la Cattedrale di "Sant’Agata", la Collegiata “Santa Maria dell’Elemosina” e "Maria SS. Annunziata" al Carmine; a Pedara quella dedicata a "Santa Caterina Alessandrina" e quella di Biancavilla.
Nel corso della sua storia, la Matrice di Biancavilla ha instaurato un forte legame con la Santa Sede, in comunione con i Papi che si sono succeduti nel corso della storia, dimostrando nei secoli filiale obbedienza al Successore di Cristo. Già a partire della Controriforma, infatti, si ebbe un notevole aumento di clero in Sicilia, durante il papato di Benedetto XIV, mentre la diocesi di Catania era sotto la guida del vescovo, Monsignor Pietro Galletti. La chiesa catanese, si trovava ancora a lenire le ferite del tragico terremoto del 1693 che l’aveva quasi distrutta. Il vescovo Galletti a partire dal 1739 non risiedeva più a Catania ma bensì a Palermo dove vi rimase fino alla morte, ricevendo l’incarico di Inquisitore Generale. L’ordinamento ecclesiale di Biancavilla subì un cambiamento in seguito alla nascita delle comunìe, ovvero collegi di sacerdoti ai quali era affidata la cura delle anime. Successivamente si ebbe la nascita dei Capitoli e il 26 settembre 1746, a seguito del decreto vescovile di Monsignor Galletti e Bolla papale venne eretta nella Chiesa Madre di Biancavilla la Collegiata dei Canonici. Questa trasformazione comportò un culto più fastoso e solenne del tempio, creando anche più potere e prestigio fra i vari componenti del Capitolo dei Canonici. Frattanto nel 1776, su richiesta dei Canonici della Collegiata, si ebbe l’approvazione e l’ottenimento da parte del papa Benedetto XIV, dell’indulgenza plenaria con Rito di prima classe e con ottava nel giorno della festa liturgica in chiesa a San Zenone, primo Patrono della città.
Il 31 luglio 1981 la Sagra Congregazione del Culto Divino, a firma del’allora segretario Sua Eminenza il Cardinale Virgilio Noè, stabilì con un decreto la festa liturgica di Santa Maria dell’Elemosina in seguito alla richiesta da parte dell’Arcivescovo di Catania, Monsignor Domenico Picchinenna, per una particolare Messa ed Ufficiatura stabilendo la festa liturgica il 10 ottobre di ogni anno nelle chiese Collegiata di Catania e di Biancavilla. Nel terzo anno di Pontificato del Beato Giovanni Paolo II, il 30 novembre 1980 il Papa promulgava la “Dives in misericordia sulla misericordia divina”. Nell’Enciclica il Sommo Pontefice affermava che: "Maria è colei che conosce più a fondo il mistero della misericordia divina. Ne sa il prezzo, e sa quanto esso sia grande. In questo senso viene chiamata anche Madre della Misericordia; titolo in cui c'è un profondo significato teologico, perché esprime la particolare preparazione della sua anima, di tutta la sua personalità, nel saper vedere, attraverso i complessi avvenimenti di Israele prima, e di ogni uomo e dell'umanità intera poi, quella misericordia di cui «di generazione in generazione» si diviene partecipi secondo l'eterno disegno della SS. Trinità”.
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