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Esterno
La Cupola PDF Stampa E-mail
Carlo Sada nel suo progetto originale ha voluto inserire anche una cupola a coronamento la maestosità della Matrice di Biancavilla, molto probabilmente si sarà rifatto al disegno della cupola originaria crollata nel 1860. Nella Storia di Biancavilla, il Canonico Placido Bucolo, scriveva a pagina 98 quanto segue: <“La quale veramente è un capo d’opera (archivio parrocchiale IV) da destare meraviglia”. Ma, il cattivo metodo di costruzione, lo scadente impasto di calce, l’enorme peso del lanternino e della volta formata da grossi pezzi massicci e soprattutto la rimozione prematura delle forme di legno determinarono il crollo della Cupola, che si rovesciò, trascinata dal suo peso, dentro la chiesa la notte del 10 marzo 1860. La sua caduta scagionò gravi danni alla sagrestia, agli altari, al pavimento.
Il grande Crocifisso (opera scultorea in legno intagliato di metri 1,70 che si trova attualmente nella navata sinistra del SS. Sacramento della Basilica, di autore ignoto del 1819) rimase intatto e fra scene commoventi fu portato nella chiesa del Rosario. Mel 1863 furono riparati i danni, restaurata la volta della nave maggiore e rifatto il pavimento,...>>.
Durante lavori da parte di maestranze locali fecero riportare alla luce i colori originali settecenteschi e il completamento delle dorature in oro zecchino risaltando due combinazioni di azzurro, ottenute dalla miscela di lapislazzulo macinato, e parti di rosa “antico”. Alla base della cupola incompiuta è presente la scritta latina “Sancta Maria Mater Dei ora pro nobis peccatoribus” – “Santa Maria Madre di Dio * prega per noi peccatori”. 
 
 
 

 
Il Campanile PDF Stampa E-mail
L’esterno della Basilica è sicuramente la parte di maggior valore artistico e monumentale, che offre alla vista dei visitatori, che vengono per la prima volta a Biancavilla, un rilevante interesse e particolare pregio. Il lato sud insiste su piazza Collegiata e mentre quello ovest da su piazza Roma; la Basilica si innalza maestosa su un ampio sagrato che si conclude con una gradevole scalinata in pietra lavica, ad angolo tra le due piazze. La facciata, dominata dal campanile realizzato sul finire del XIX secolo possiede sia elementi propri dell’800 che stilemi tipici del tardo barocco siciliano. Nel 1889 durante la sindacatura di Alfio Bruno e la Prepositura del Canonico Rosario Piccione, si volle affidare l’incarico del progetto e dei lavori all’architetto milanese Carlo Sada (1849-1924) per la costruzione del Campanile, che sino all’allora era rappresentato da una struttura metallica su cui una campana era sospesa.
In seguito a tutte le indagini e rilievi, data la località in cui doveva elevarsi un tal edificio, il quale doveva raggiungere dal piano stradale in l’altezza 50 metri circa, il Sada pensò di dargli una forma sensibilmente piramidale. Presentato il progetto di massima fu sollecitamente approvato dall’Amministrazione comunale e dalle autorità competenti, in seguito fu esposto al pubblico. L’opera costò complessivamente 37000 lire e molti cittadini prestarono le proprie braccia portando pietre, calce e quant’altro per la riuscita della costruzione dell’edificio sacro.
Dal piede della fabbrica al vertice della Croce misura in altezza metri 42; il campanile è suddiviso in tre distinti ordini che si assottigliano andando verso l'alto: il primo va dal piano terra al cornicione della facciata, il secondo contiene l’orologio e il terzo comprende la cella campanaria, dove al suo interno contiene ben nove campane bronzee.
Su quest’ultima si erge un attico che le fa da coronamento e serve da base alla cuspide ellissoidale slanciata e ricoperta di tasselli cromatici in ceramica, nei colori verde ed oro. Il sistema compositivo della cuspide è caratterizzato dal forte risalto dato alle diagonali che pongono in evidenzia l’elegante fastigio della sfera metallica, a sezione ottagonale con doghe verticali, sormontata da una Croce a cui sono attaccati il parafulmine e la banderuola segnavento che riporta le date 1899 e 1947: momenti che segnano la prima e la successiva collocazione (in seguito ad una caduta) della Croce. Alla base del campanile vi è l’Aula Capitolare (un tempo adibita alle riunioni dei Canonici del Capitolo della Collegiata), con una finestra sovrastante aggraziata nel decoro della cornice litica, che si ripete sul prospetto ovest.

 

 
Il prospetto PDF Stampa E-mail

Tre sono i portali, intercalati sul prospetto della Basilica "Santa Maria dell’Elemosina" prospicienti in piazza Collegiata, i quali consentono l’accesso all’interno della chiesa e suggellano, nel contempo, l’importanza dell’edificio sacro. Il maggiore, quello centrale, che adorna l’ingresso principale, è costituito da una doppia fila di colonne, in basalto lavico, scanalate e con piedistalli lievemente aperti sul piano di facciata, che sorreggono le spalle di un timpano curvilineo spezzato al centro per racchiudere un’edicola, aperta sul fronte anteriore e protetta da un’inquadratura architettonica finemente scolpita nella medesima pietra lavica del portale e contenente il busto di marmo bianco della Madonna col Bambino. L’opera è stata realizzata dagli scultori, padre e figlio, messinesi Antonino e Domenico Amato, datata 1734 come si evince alla base con una scritta: << Totus lapideus prospectus sumptibus Sac. Ab. D. Pietri M.æ Piccione elaboratus: anno Domini MDCCXXXIV >>. La porta centrale è stata sostituita dall’antica in legno scolpita con un opera d’arte con pannelli in bronzo, inaugurata dall’Arcivescovo Metropolita di Catania, Monsignor Salvatore Gristina il 15 luglio 2006; l’opera è dello scultore biancavillese Salvatore Mazzone. Internamente dal 2017 è stata riccamente ornata da stucchi, decorazioni pittoriche in oro zecchino su progetto di Giuseppe Santangelo, messa in posa di Alfio Battiato e pitture di Vincenzo Valastro di Adrano. Campeggia la scritta "B.V.Mariae Elemosynae", lo stemma pontificio e monogramma mariano ricco di festoni, un cartiglio retto da angeli con su scritto "In aeternum Misericordia Eius". Le porte laterali presentono bussole a vetrate decorate sormontati da stucchi e motivi con a destra la scritta latina "Benedictum nomen Mariae" e a sinistra "Benedictum nomen Iesu". Le porte laterali di sinistra e di destra, meno vistose per dimensioni e ricchezza ornamentale esternamente, hanno una semplice incorniciatura sormontata da timpani compositi in pietra lavica. Come quella centrale, sono state sostituite le antiche in legno, con pannelli bronzei su progetto di Giuseppe Santangelo, con bassorilievi ad opera del biancavillese Nino Distefano, inaugurate il 24 giugno dell’Anno Giubilare del 2000 dall’Arcivescovo Metropolita di Catania, Monsignor Luigi Bommarito. Sovrastanti in asse ai tre portali si trovano altrettante finestre per l’illuminazione longitudinale delle corrispondenti navate. Esso sono protette da vetro colorato a forma di croce sulla cui struttura metallica è fissata ciascuna delle iniziali di denominazione della chiesa S. M. E. (Santa Maria Elemosina) collocate sul finire degli anni ‘50. Alla sommità della finestra centrale si trova una nicchia contenente il mezzo busto di Gesù Redentore. Alla base della doppia voluta che raccorda il cornicione del primo ordine col timpano vi sono due statue: a destra quella di Santa Caterina d’Alessandria, alla quale era dedicata dapprima la chiesa; a sinistra quella di San Placido, patrono di Biancavilla. Sul medesimo livello ed in corrispondenza del campanile si trovano le statue di San Zenone, proto-patrono della città e di San Giuseppe, patrono della chiesa Universale. Le statue sono opere di Salvatore Grimaldi, realizzate contemporaneamente al prospetto principale (1900), in pietra calcarea scolpita.

 


 

 

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